venerdì 16 novembre 2012

1.So, So You Think You Can Tell

Ferrara 16 Novembre 2012. Notte

Ecco, da chissà dove sono saltati fuori questi stralci, queste schegge emozionali, sepolte nel mio pc da almeno undici anni.
Poche cose so per certo, una è che ero all'Università in questo periodo, due che c'era ancora la lira, e gli squillini con il cellulare si chiamavano "millecinque" perché un tempo questo era il costo dello scatto alla risposta. Cioè parliamo di Lire...troppo tempo fa. Tre c'era una ragazza, c'è sempre una ragazza, gente; sicuramente non si chiamava Cecilia, forse me lo ricordo anche come si chiamava se mi sforzo...Ma lasciamo stare, il suo nome non era importante, non lo era mai stato, era solo un fulgore di reazioni chimiche che si erano scatenate per un breve periodo di tempo nella mia vita, come sempre quando hai poco più di vent'anni. Perché rispolverarli? Perché no direi. Sono storie belle, che mi siano accadute davvero o no, sono storie di crescita, di cambiamento, di comprensione, un mio piccolo romanzo di formazione, mio? Beh direi di tutti, specialmente del mio protagonista Franz ( nome soggetto a modifiche). Dite che in me si può vedere Franz? Beh, gente, in ogni personaggio maschile o femminile che uno scrittore crea c'è sempre un po' di lui. Come ci ha insegnato Pessoa sono tutti nostri Eteronimi...
Perché tiro fuori queste schegge proprio ora?
Non c'è un motivo.
Certe volte arriva il momento, e dobbiamo seguirlo.
Quindi a quanto pare questo micro romanzo di formazione inizia così, di notte, mentre il nostro Franz è sveglio e non riesce a dormire...come spesso accade...

Quattro, beh già all'epoca avevo ottimi gusti musicali, scusate...cioè un romanzo di formazione che inizia con i Pink Floyd dove lo trovate!!
Scusate.
Enjoy.
 
 
 
1.“So, so you think you can tell”


Lunedì 15 Gennaio 2001. Notte.

Strano come una persona che hai conosciuto per la prima volta mesi addietro, d'un tratto, come se aspettasse proprio quel preciso momento, quello in cui ti manca un tassello del mosaico bizantino che stai componendo lentamente, quello in cui non vedi via d'uscita da una vecchia storia d'amore, ricompare; salta fuori da un luogo che chiamare limbo imprecisato non sarebbe un eufemismo e si presenta come una piacevole possibilità mai vagliata.
Mi rendo conto che dire “salta fuori” non è preciso poiché questa ragazza vive in un'altra città e da due settimane ci scambiamo SMS o “Millecinque”, squillini ogni singolo giorno, ed è strano proprio perché probabilmente, non la vedrò fino ad Agosto prossimo, e siamo a Gennaio, ma aspetto trepidante ogni giorno quel particolare squillo.
Uno squillo rapidissimo ma che contiene una freschezza ed una vivacità che nessuna mi ha mai trasmesso, ed è quantomeno strano poiché è solo un trillo, ma ti fa capire che quella particolare persona ti sta pensando proprio in quel particolare momento e a quella particolare ora.
Trovo affascinante l'intero mondo di possibilità e probabilità che uno squillo si porta dietro. Perché, viene da chiedersi, proprio in quell'istante lei ha preso in mano il suo Samsung, ha cercato il mio nome in rubrica sotto Franz, probabilmente, e ha premuto il tasto verde ok? Voleva salutarmi? Augurarmi buonanotte? Rispondere affermativamente ad una domanda mai posta, ma spesso cercata? Farmi sapere che mi stava pensando forse, o forse solo perché fuori c'era un vento freddo e cercava un po' di calore umano, o forse solo perché alla tv o alla radio qualcuno ha detto una frase che, magari, anche io avevo usato o che lei, in qualche modo, sentiva di potermi attribuire.
Chissà.
Basterebbe prolungare lo squillo, telefonarle, per chiederle come sta, ma così si romperebbe la magia dell'ignoto legata a quella particolare azione, un trillo di cellulare. Sarebbe, forse, rovinare tutto, e Dio solo sa quante altre cose ho rovinato in soli ventun'anni e mezzo, senza il bisogno di doverci aggiungere questa.
So che è difficile da capire ma uno squillo può essere qualsiasi cosa, e proprio la sua indefinibilità lo rende speciale, forse.
Da quando qualche settimana fa un mio amico mi ha dato quasi per scherzo il numero di Cecilia, la mia vita è sempre più strana ed io la osservo compiaciuto dall'esterno non immaginando minimamente dove mi porterà anche solo domani. L'unica piccola certezza è che ad un'imprecisata ora mi arriverà uno squillo ed io senza neanche guardare di chi è lo saprò; sarà suo, ed io lo capirò un secondo prima perché la stavo pensando.

Ho tante cose nella mia vita, ottimi amici, un ex-ragazza sempre più bella, tanto che ogni tanto mi rende allegramente insopportabile averla persa un giorno di qualche anno fa, ho una bella famiglia, con tanto di nipotini e gatto, ho un lavoretto part-time come giornalista, ho un libro di poesie che è appena uscito in libreria e che probabilmente non mi farà guadagnare nulla, ma mi dà un sacco di soddisfazione, ho almeno una dozzina di sogni nel cassetto, ho i corsi all'università, ho la fiducia di un po' di gente, ho la capacità di innamorarmi perdutamente di qualunque ragazza carina che io veda e dieci minuti dopo neanche ricordarmi di averla notata; ho una manciata di possibilità non sfruttate, di “se” e di “ma”, di “forse” e di treni non presi.

Mark Knopfler canta “something's going to happen to make your whole life better one day”, chissà se quel “day” è arrivato per me ?
Perché, vedete, ho questi tre assi in mano e non so come giocarmeli, ma li ho con me, nella manica, e già questo è molto. E poi forse sono un pazzo, un illuso, un testardo, un perdente chissà, non lo so ancora, dipende dalla carta che il futuro giocherà, se estrarrà l'asso di cuori io sarò fregato, perché è l'unico che mi manca e, sapete la regola no, “Come, Quando, Fuori, Piove”, Cuori, Quadri, Fiori, Picche, ma se giocherà un re di quadri, la partita sarà mia, perché ho l'asso.
Anche se poi tutto dipende dal tipo gioco, ovvio.

Avete ragione, mi serve uno strizzacervelli e uno buono anche, ma è notte fonda e sono felice perché Cecilia, mi ha appena squillato. Voleva solo augurarmi buonanotte o questa ora tarda c'era dell'altro nello squillo? Quien sabe.
Lo so, gente, che è una storia assurda, senza capo né coda, ma quando sento un suo squillo o leggo un suo SMS, ho davanti la sua immagine, chiara, definita, il modo in cui inclina la testa verso sinistra quando sorride e stringe gli occhi. E' indubbiamente carina, capelli castano chiari, occhi marroni, scuri, né alta né bassa, bel fisico e poi ha quella particolare freschezza nel comportarsi, nel muoversi che non saprei spiegarvi.
Ma, no, non vi preoccupate, non ne sono innamorato perso, è solo un qualcosa di ignoto ed inspiegabile che è capitato nella mia vita, e che non voglio perdere.
Potrebbe sembrare l'inizio di un romanzo, vero?
Magari anche di un film, una commedia con Tom Hanks e una qualche attrice dolce e carina, fidanzatina perfetta, tipo chessò Meg Ryan o Julia Roberts, oppure una canzone, o un meraviglioso dipinto di un impressionista francese, o magari un rapido ritratto a china o un bell'acquarello di un paesaggio fluviale o una foto in bianco e nero scattata sul pontile di legno di un qualche lago o una magnifica foto notturna in riva al mare con gli scogli.
O forse niente di tutto questo o, magari, tutto e di più.
Comunque sia era l'inverno 2001 e faceva un cazzo di freddo e la storia stava per cominciare.

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